La Terra Trema

«Il titolo del Festival della Politica 2022, in programma dal 19 al 23 ottobre, racconta del clima di incertezza che avvolge il nostro presente, attraversato da trasformazioni e sfide epocali, oltre che da un drammatica crisi degli equilibri internazionali. Tanti sono gli interrogativi prodotti da un’accelerazione della storia che toglie prevedibilità al futuro, obbligandoci a cercare di indovinare i contorni del mondo che verrà. Analizzare il presente per comprenderne le linee di evoluzione è proprio quanto faremo nelle giornate del Festival 2022. Con l’aiuto di specialisti, scienziati, studiosi e uomini di cultura tra i più rilevanti del panorama nazionale, ci misureremo con le prove più importanti che oggi incalzano la nostra società, a cominciare ovviamente da quella rappresentata dal cambiamento climatico. Ma approfondiremo anche i contorni della crisi geopolitica mondiale, segnata dal trauma del ritorno della guerra in Europa. E ragioneremo sull’esperienza della pandemia, sulle nuove sfide sanitarie che contraddistingueranno il mondo di domani. Analizzeremo le ricadute di una crisi internazionale di cui oramai tocchiamo con mano le conseguenze nella nostra quotidianità. E, non ultimo, guarderemo a come tutto ciò si intreccia con la vita del nostro Paese, non mancando di fornire una lettura aggiornata del quadro politico nazionale, a poco meno di un mese dal voto del 25 dicembre.
Il momento storico che viviamo è sotto ogni aspetto straordinario: il Festival, grazie al contributo di ospiti di grande valore e preparazione, ci aiuterà nel compito non facile di decifrare un tempo così complesso, così gravido di conseguenze, ma che soprattutto ci chiama tutti a responsabilità nuove, di cui dobbiamo ancora comprendere fino in fondo le implicazioni.

 

Un posto centrale, nelle nostre riflessioni, sarà assegnato alla tematica ambientale, alla conversione ecologica intesa come necessità di un mutamento profondo delle vecchie pratiche dell’economia e della politica. A questi temi dedicheremo in particolare un evento speciale, sperimentando un format inedito per la nostra manifestazione: una lunga maratona sull’ambiente che attraverserà l’intero pomeriggio di Sabato 22 ottobre, vedendo avvicendarsi sul palco del Festival numerosi ospiti tra studiosi, scrittori e specialisti, tutti impegnati nel comporre a molte mani un nuovo “Alfabeto del cambiamento”, una sorta di prontuario di concetti e strategie che ci aiuti a pensare le forme di un nuovo paradigma, non solo produttivo ed economico, ma anche politico e culturale.

 

Per affrontare problemi così impegnativi, il Festival quest’anno si avvale di due curatori ospiti di grande valore: il filosofo Marco Filoni e la scrittrice e regista Alessandra Viola. In questi due giovani protagonisti della ricerca e del dibattito culturale italiano, il Comitato scientifico del Festival della Politica ha riconosciuto le figure ideali per coordinare il programma di un Festival ambizioso, in cui la questione ambientale diventa perno e punto di partenza per una riflessione a tutto campo sul nostro tempo.»

 

Nicola Pellicani, direttore del Festival della Politica

 

 

«Mai come negli ultimi decenni la terra ci trema sotto i piedi. La fragilità è il segno della nostra epoca: fragile è il mondo, fragili siamo noi – incapaci di rispettare, tutelare, curare quell’ambiente che non soltanto ci ospita, ma che siamo noi stessi. Guerre, pandemie, cambiamenti climatici, crisi: tutto concorre al pessimismo. E all’affanno dei molti che chiedono di correre ai ripari, la risposta è sempre mancante, un fallimento di pensiero e d’azione. L’impressione è che noi esseri umani assomigliamo sempre più a quell’animale immaginato da Franz Kafka: quell’animale senza nome intento a fare e disfare la sua tana, nel racconto omonimo. Qui le astuzie per rendere sicuro e inespugnabile il suo nascondiglio sono così sottili che si stroncano da sole: nonostante tutto rimarrà sempre e comunque una tana insicura, dove regna la paranoia dell’impossibilità della salvezza, dove non c’è scampo al pericolo proveniente sia da dentro sia da fuori, da quell’eccessivo soggiorno nell’assurda libertà.

 

È giunto il momento provare a fare i conti con la nostra fragilità. Per questo abbiamo scelto questo tema: perché riflettere oggi sulla categoria del “vivente” e sulla sua sostenibilità significa pensare a come noi esseri umani ci rapportiamo alle altre specie, al posto dell’uomo sulla Terra, alla condivisione di ciò che chiamiamo natura. È qualcosa di molto antico e insieme estremamente nuovo. Soprattutto è qualcosa di urgente, di non rinviabile – che non si può esaurire trasformando l’imperativo ecologico in greenwashing e in ingiunzioni morali individuali. Al Festival della politica di Mestre quest’anno proveremo, anche in maniera radicale, a interrogare le molte cause che ci fanno tremare. Per conoscerle, per affrontarle, per prenderci cura di loro – e insieme di noi stessi.»

 

Marco Filoni, curatore ospite del Festival della Politica 2022

 

 

«Il Festival della Politica 2022 si confronta anche quest’anno con la più stringente attualità. Guerre, cambiamenti climatici, migrazioni animali e vegetali, deforestazione ed estinzione di specie a ritmi senza precedenti, ci obbligano a ripensare il nostro sviluppo e la relazione che intratteniamo con la natura. “La Terra trema”, è vero, ma attenzione: in qualche modo si riassesterà, troverà nuovi equilibri. In pieno Antropocene, nell’era in cui l’influenza dell’uomo sull’ambiente è diventata massima, la domanda è ancora quella di sempre: che posto avrà la nostra specie nel futuro del pianeta?

 

La cultura occidentale ci invita da millenni a considerarci padroni del mondo, o suoi benevoli custodi. La scienza però ci dice che non siamo né l’una né l’altra cosa. Inquilini del condominio Terra insieme a migliaia di altre specie, siamo solo una parte (non la più grande né la più importante) di una grande famiglia di viventi, tutti interconnessi. Confrontarci e discutere diventano quindi la premessa per gettare uno sguardo nuovo su quanto accade intorno a noi e immaginare azioni più rispettose, partecipi, capaci di rimediare i danni finora commessi e di evitare quelli possibili. Un nuovo sguardo da poggiare su tutto ciò che è ‘eco’, che rimanda al concetto greco di òikos, casa. Perché l’ambiente è la nostra casa, l’unica che abbiamo, e sebbene questo appaia ormai un concetto banale, la verità è che non lo abbiamo ancora compreso fino in fondo.»

 

Alessandra Viola, curatrice ospite del Festival della Politica 2022